Vitamina C naturale o di sintesi?
La vitamina C (acido ascorbico) è una delle vitamine più importanti per via del suo ampio spettro d’azione. Molto diffusa nel mondo vegetale (frutta e verdura sono gli alimenti da cui la assumiamo), nel mondo animale è contenuta in fegato e reni; è solubile in acqua e poco in alcol.
Svolge numerose azioni sul nostro organismo: stimola il sistema immunitario svolgendo un’azione antivirale e antibatterica; ha un ruolo disintossicante promuovendo l’eliminazione dei metalli pesanti tossici derivanti dall’ambiente esterno (come piombo e cadmio); favorisce l’assorbimento e l’utilizzazione del ferro e del calcio e migliora il metabolismo del colesterolo. La vitamina C inoltre riduce la fragilità capillare e la tendenza alle emorragie e ai problemi vascolari ed incide sulla cicatrizzazione delle ferite. Infine, la vitamina C è necessaria per la sintesi delle molecole costituenti il collagene, proteina fondamentale per conferire elasticità e tono alla pelle.
La sua azione più importante rimane quella antiossidante. Elevate dosi di vitamina C stimolano proteggono le cellule dallo stress ossidativo e dall’azione dei radicali liberi.
La vitamina C, come detto all’inizio del paragrafo, è presente in numerosi frutti e agrumi. Quale sarebbe quindi il valore aggiunto della Vitamina C se assunto come fonte naturale?
La molecola è differente in termini chimici e stechiometrici?
A livello biochimico svolgerebbe un’attività migliore nei confronti dei distretti organici e delle cellule?
In parte anche tutto questo. L’importanza nutritiva e funzionale della vitamina C è indubbia a prescindere dalla fonte di assunzione, tuttavia, per correttezza, è bene chiarire che a livello molecolare poche differenze vi sono tra molecola di sintesi, L-Acido ascorbico, e la molecola presente in natura, sempre L-acido ascorbico. Ciò che giustifica una maggiore predilezione per la fonte naturale è la concomitanza assunzione insieme a tale molecola di una categoria di sostanze denominate bioflavonoidi, molto diffuse nei frutti rossi, nella verdura, negli agrumi, pertanto ne costituiscono una importante fonte naturale.
La contestuale assunzione di tali composti insieme alla vitamina C favorisce, oltre alla sua migliorata biodisponibilità, anche un’azione antiossidante sinergica che può favorevolemente enfatizzare le proprietà biochimiche protettrici dai radicali liberi di questa molecola.
La vitamina C è assorbita nella sua quasi totalità a livello dell’intestino tenue, principalmente a livello dell’ileo e una sua assunzione in massicce quantità fino a 3 g potrebbe saturarne l’assorbimento.
L’eccesso di vitamina C viene poi eliminato con le urine.
Proprio per tale autoregolazione del nostro organismo il profilo di sicurezza è molto buono anche a dosaggi elevati.
In Italia il dosaggio massimo consentito arriva fino a 1 g per assunzione giornaliera, secondo le linee guida ministeriali recuperabili sul sito del ministero della Salute, sugli apporti massimi giornalieri consentiti per vitamine e minerali.